I primi giorni li abbiamo passati nella valle di Fergana, nota per essere la parte del paese più religiosa, ma anche tra le più ricche dal punto di vista della produzione artigianale.

La lavorazione della seta sembra fosse nota in Cina già diversi secoli prima della nascita di Cristo. Il come si è diffusa nel resto del mondo è ovviamente materia di leggende. Una di queste lo spiega così.

Un tempo la gente di questo paese non conosceva il gelso e il baco da seta. Ne chiesero al regno dell’Est che li possedeva e si ordinò ad un ambasciatore di andarne in cerca, ma il principe del regno dell’Est, che deteneva allora il segreto e non voleva dare nulla, aveva dato severo ordine alle guardie di frontiera di non lasciar uscire dal paese né semi di gelso né bachi. Il re [..] chiese umilmente e secondo le dovute forme, di poter prendere moglie nel regno dell’Est il cui sovrano, animato da buone intenzioni nei confronti di quelle lontane popolazioni, acconsentì. Il re [..] ordinò allora ad un inviato di andare a prendergli la sposa, con queste parole: “Dì alla principessa del regno dell’Est che il nostro paese non ha mai posseduto seta e ovatta, né gelso né bachi da seta, sicché deve portarli con sé se vuole farsi abiti”. Ciò saputo la fanciulla prescelta si provvide segretamente di semi di gelso e di bachi da seta che nascose nei posticci della sua acconciatura. Giunta alla frontiera il capo delle guardie ispezionò ogni cosa, ma non osò frugare tra i capelli della principessa [..].

E fu forse così che, grazie all’abilità di una principessa dell’Est, la seta arrivò anche in Uzbekistan e nella valle di Fergana.

La valle di Fergana non produce solo tessuti di seta, ma anche bellissime ceramiche blu e tappeti in stile persiano. Tutto fatto a mano da abili artigiani.

Alcune delle stupende ceramiche blu della valle di Fergana

Alcune delle stupende ceramiche blu della valle di Fergana

E non si può certo nascondere che questi artigiani siano anche abili venditori. Come si può voler contrattare sul prezzo di un oggetto tanto bello, quando ti hanno invitato a casa loro, mostrato il loro laboratorio, spiegato per filo e per segno la quantità di lavoro, di pazienza e di tempo che ci sta dietro?

Noi, alla fine, non ce la siamo sentita di contrattare. Sarà che non siamo abili mercanti, sarà che ci ha affascinato la lavorazione dell’argilla e la precisione con cui queste ragazze annodano i tappeti. Chissenefrega se siamo magari stati un po’ ingenui: quello che abbiamo portato a casa, oltre all’oggetto, è un ricordo che non ha prezzo.

Fonti: “Viaggio lungo la Via della Seta” a cura di Jean-Pierre Drège e Emil M. Bührer. Touring Club Italiano

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