Preparare il nostro matrimonio è stato come preparare una bella ricetta. Ci sono da considerare molti ingredienti e tutti vanno pesati nella giusta misura. Ed è anche per questo che abbiamo intitolato il nostro matrimonio Sposi Q.B.
Q.B. sta per quanto basta, cioè quell’indicazione che spesso si trova nelle ricette. Sale q.b., pepe q.b., olio q.b., eccetera. Q.B. dice solo che quell’ingrediente ce lo devi mettere. Quanto ce ne devi mettere è una tua decisione. La bravura del cuoco sta proprio nell’azzeccare la giusta quantità.
Durante la preparazione del matrimonio abbiamo messo tutti gli ingredienti che ci sembravano più gustosi e necessari e nella quantità che ci sembrava giusta. E uno degli ingredienti fondamentali era la luna di miele.
Beh, bisogna ammettere che il viaggio di nozze è stata anche una bella motivazione per decidere di sposarsi. Quando ci ricapiterà di avere un mese di ferie?
E così abbiamo deciso che doveva essere un viaggio itinerante, piacevolmente lungo e possibilmente agro-dolce. Nel senso che doveva esserci qualche bel contrasto di sapori e di culture che ci permettesse di sorprenderci e provare quel senso di stupore che è così bello provare quando si viaggia.
Si fa presto a dire Oriente. Ci sono talmente tanti paesi ad Oriente che è difficile scegliere quali visitare. E ci sono così tante culture che è anche difficile scegliere quali sono le più affascinanti e le più misteriose.
Dopo averci pensato un po’ su, eravamo giunti alla conclusione che il gusto agro-dolce della nostra luna di miele, poteva venire semplicemente visitando culture diverse, vicine geograficamente, ma distanti per credenze, tradizioni, usanze e perchè no, anche piatti e sapori.
E quale itinerario poteva unire tanti punti diversi in un unico viaggio? La risposta era abbastanza facile: la Via della Seta.
Purtroppo percorrerla tutta ci era impossibile. Farne un tratto che univa culture diverse, regalandoci un viaggio itinerante, ci sembrava invece una bella idea. E così abbiamo iniziato a sognare.
Il primo progetto della nostra luna di miele era questo.
Volo dall’Italia per l’Uzbekistan per la visita di Khiva, Bukhara, Samarcanda, Tashkent e la valle di Fergana. Attraversando il Kyrgyzstan saremmo entrati in Cina, a Kashgar da dove avremmo imboccato una delle strade più spettacolari del mondo: la Karakorum Highway.
Su questa strada, ancora oggi a tratti molto difficile, superando il Khunjerab Pass saremmo giunti in Pakistan, per arrivare fino ad Islamabad. Da lì, avremmo cercato un modo per entrare in India, nel Kashmir, passando da Srinagar, Kargil e raggiungendo, infine, il Ladakh.
Abbiamo provato a pianificare questo viaggio, ma presto ci siamo resi conto che per quanto un mese fosse lungo, non avremmo avuto tempo di fare così tanta strada.
Così abbiamo deciso di prendere una scorciatoia aerea che ci permettesse comunque di vedere due paesi e due culture: il Ladakh buddista, con le sue valli, i suoi monasteri. E l’Uzbekistan musulmano, con le sue architetture da mille e una notte e le sue città mitiche della Via della Seta.
Il Ladakh è una regione a nord dell’India, a prevalenza buddista e rifugio per tanti tibetani fuggiti dall’invasione cinese. Ladakh è una parola che deriva dal tibetano la dags, cioè paese degli alti valichi; il che mette bene in evidenza la gran quantità di passi e di vallate che caratterizzano questa terra. Che infatti è famosa per i trekking, e noi non ci siamo fatti sfuggire la possibilità di farne uno. Ma l’altro motivo che ci ha portati in Ladakh era assistere al festival del monastero di Hemis. Pur essendo un evento molto famoso e che attira un sacco di turisti, volevamo vedere queste antiche maschere e questi antichi balli, che si tramandano da secoli e che sono distanti anni luce dalla nostra cultura.
Dal Ladakh ci aspettavamo molto, e non siamo rimasti delusi. Abbiamo incontrato persone che hanno poco e che vivono, soprattutto in inverno, in condizioni difficili. Ma che sono capaci di accontentarsi di quello che hanno. E riescono sempre a regalarti un sorriso. E nei loro sguardi e nei loro visi contenti, abbiamo letto una domanda rivolta a noi che veniamo dai paesi moderni e civilizzati: “ma siete proprio sicuri che vi servano tutte quelle cose?”
L’Uzbekistan è una ex repubblica Russa ed è a prevalenza musulmana. Ma è anche tantissime altre storie. E’ al centro dell’Asia, luogo in cui sono passati tutti i più grandi condottieri ed esploratori: Alessandro Magno, Marco Polo, Gengis Khan e Tamerlano. E’ la terra di alcune delle più grandi culture e religioni della storia dell’umanità. Ed è la terra che ha portato fino ai nostri giorni città come Samarcanda, Khiva e Bukhara che con le loro moschee, madrasse e minareti sono dei veri e propri musei a cielo aperto. L’Uzbekistan è anche uno dei paesi attraversati dalla Via della Seta, ed infatti ha conservato vivo il suo splendido artigianato come le ceramiche e i tessuti di seta.
Oggi, a noi, è sembrato un paese con tanta voglia di crescere economicamente e forse avvicinarsi un po’ di più alla cultura occidentale. Ma abbiamo avuto anche l’impressione che questa spinta verso la modernità non pregiudichi il saldo legame che il simpatico ed accogliente popolo Uzbeko ha con le sue antiche tradizioni.
Cosa vi aspetta…
Tutto quello che abbiamo visto e sentito merita di essere descritto con più dettaglio di quanto si possa fare in un semplice post… Ecco dunque cosa potrete leggere nelle prossime settimane:
- Luna di miele ad oriente: preambolo (lo state già leggendo :-))
- Ladakh: paese degli alti valichi
- Monasteri e monaci
- Trekking nella valle del Markha
- Il Festival di Hemis
- Uzbekistan: terra di leggende
- L’artigianato di Fergana
- Khiva: museo a cielo aperto
- Bukhara: la bellezza dello spirito
- Samarcanda: la città d’oro
E non dimenticate di visitare le gallery fotografiche:
- Om Mani Padme Hum
- Julè
- Set-Chu
- Fergana: la valle dell’artigianato
- Khiva: museo a cielo aperto
- Bukhara: la bellezza dello spirito
- Samarcanda: la città d’oro
Ed infine… il filmato completo del viaggio!
La foto di copertina è di Massimo Seneci (c).
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